Intercultura e Inclusione, termini
‘carichi’ di significato che spesso, però, rischiano di rimanere generici,
slegati dalla realtà e dalle persone e lontani dal far parte di contesti di
vera integrazione.
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Associazioni En.A.R.S. e 'Marcellino', studentesse e studenti del Progetto BEA e di INTEREURISLAND
e gli ospiti di Salvador e Juazeiro dello Stato della Bahia, in Brasile. |
Martedì 27 marzo, le associazioni
En.A.R.S. e ‘Marcellino’, di Padova, si sono sperimentate in un pomeriggio
diverso, vissuto all’insegna dello stare assieme anche grazie alla presenza
degli ospiti brasiliani delle città di Salvador e Juazeiro dello Stato della
Bahia.
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Il benvenuto di Paola Maccaferri, associazione 'Marcellino'. |
Un pomeriggio durante il quale si
sono tessute relazioni fra persone di diverse culture e con diverse abilità.
Questo particolarissimo tempo di
incontro e dialogo si è aperto con i saluti e il benvenuto di Paola Maccaferri,
la responsabile della ‘Marcellino’.
Di seguito si è realizzato un giro
di presentazioni di tutte e tutti i partecipanti: dalle volontarie e volontari
e ospiti della Marcellino alle studentesse e studenti che attraverso il
Progetto BEA e la ricerca INTEREURISLAND hanno vissuto un’esperienza di studio
e tirocinio all’estero, al gruppo proveniente da Salvador e Juazeiro composto
da docenti e ricercatori dell’Università dello Stato della Bahia, UNEB e
familiari e amici.
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Sede dell'associazione 'Marcellino', Via dei Colli 4, Padova. |
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Paulo Cesar Carvalho Lima |
Le attività ‘laboratoriali’ sono
iniziate con una presentazione di Paulo Cesar Carvalho Lima dal titolo “Entre
imagens, corpos e textos”.
Attraverso una serie di sue foto,
Paulo ci ha accompagnati ad una visione diversa della relazione con le persone
attraverso ogni scatto. Non scatti fini a sé stessi, o alla semplice produzione
fotografica, ma strumenti per andare al di là, per creare relazioni con le
persone …i soggetti di questi scatti.
La presentazione si è conclusa con
un brano tratto dall’opera “Alla ricerca del tempo perduto” dell’artista Marcel
Proust.
"Un paio di ali un modo
diverso di respirare,
che ci permette di attraversare lo
spazio infinito,
non ci sarebbe di alcuna utilità
se, ad esempio, visitassimo Marte o Venere
mantenendo i nostri sensi intatti.
Loro darebbero alle cose che
vedremmo lo stesso aspetto delle cose della terra.
L'unico vero viaggio di scoperta non
è arrivare a terre straniere, incognite,
ma è essere capaci di vedere con
altri occhi,
di conoscere l'universo attraverso
gli occhi degli altri.
Di centinaia di altri, di conoscere
le centinaia di universi che ognuno di loro conosce, che ognuno di loro è.”
Con l’indicazione di incontrarsi e
approfondire le relazioni attraverso una modalità diversa, appunto quello degli
scatti, ci si è divisi in gruppi ‘misti’ (in base a diverse culture e abilità /
disabilità) e ad ogni gruppo è stato chiesto di scegliere il luogo preferito e
…dialogare attraverso la fotografia.
Il pomeriggio si è chiuso con un
cerchio di condivisione dell’esperienza e la visione delle tante, belle e
significative foto prodotte dai diversi gruppi.
Se, secondo le parole di A.
Canevaro (docente di pedagogia all’Università di Bologna) “L’inclusione è un
allargamento di orizzonti per tutti, una possibilità di evoluzione umana
reciproca”, credo che questo pomeriggio ci abbia fatto capire che nell’incontro
con l’ ‘altra/o’ con chi è diverso da noi, si voglia per cultura o per abilità,
innanzi tutto si incontra una persona, che ha un proprio nome, dei tratti e
delle caratteristiche assolutamente uniche e che …solo poi, è brasiliano
piuttosto che italiano o è portare di tale disabilità piuttosto che di tale
diversa abilità.
Nell’incontro con l’ ‘altro/a’, si
possono conoscere e ri-conoscere le differenze e ciò che ci accomuna
sviluppando un rapporto dialogico ‘alla pari’.
Interessante il contributo di Seyla
Benhabib (una delle voci più autorevoli in merito alla dimensione interculturale
della cittadinanza, nel panorama internazionale contemporaneo) in merito al
concetto di cultura, cui fa riferimento riflettendo sulla
controversa e conflittuale creazione del sé di ogni singola persona nel tentativo
di negoziare la propria identità e le proprie differenze negli incontri e negli
spazi discorsivi multiculturali all’interno di una società civile democratica:
“Non credo alla purezza delle
culture, così come non credo neppure alla possibilità di individuarle come
totalità significativamente discrete. Piuttosto guardo a esse come a complesse
pratiche umane di significazione e rappresentazione, organizzazione e attribuzione,
frazionate al proprio interno da narrazioni in conflitto”.
Grazie di Cuore ad ogni persona che
ha scelto di vivere e condividere questo momento assolutamente speciale.
Nicola Andrian
Foto di: Sofia Cappellozza e Paulo Cesar Carvalho Lima