Sono le 17.25 e dal finestrino vedo il sole infuocato nascondersi tra delle palme all’orizzonte, la sua luce è talmente calda che sento il suo calore sulla mia pelle.
Sommersa dalle sfumature rosse, gialle, azzurre e verdi; rivedo ciò che i miei occhi hanno visto in questi quattro mesi. I volti della gente per strada che chiacchiera, gli anziani seduti al bar a guardare il traffico e la gente che va di qua e di là, la musica che ho ascoltato, ballato e cantato; i profumi dei cibi tipici lungo la strada e nelle case di amici, i volti delle persone che ho conosciuto e gli odori di spezie nelle strade che solitamente percorrevo.
I tramonti vissuti a bocca aperta col cuore stretto, il cielo così azzurro e così vicino da riuscire a toccarlo, gli alberi e i fiori così particolari da lasciarmi stupita ogni volta e quella terra rossa e secca che ora sfugge sotto i miei piedi.
Sulle guance sento l’umido delle lacrime che mi scorrono giù fino al collo e una morsa al petto, come se una mano mi stringesse forte il cuore, subito mi scuote. Rimetto a fuoco l’immagine di quella terra rossa ricoperta da arbusti, palme e piante enormi, facendo di quel tramonto una foto impressa nei miei occhi.
Per tutta la mia permanenza in Brasile, mi è stata ripetuta molte volte una frase: “Voce está no Brasil, aproveita!”. Inizialmente non lo consideravo come un consiglio, ma anzi come una frase buttata là per smuovermi un po’. Ma col sommare delle persone che me la ripetevano ho capito che quella frase sarebbe divenuta la “mia frase”, e nei momenti di incertezza o paura l’avrei ripetuta a me stessa.
E così è stato, i momenti in cui non sapevo se fare o meno una cosa, mi fermavo e ripetevo: “Beatrice, sei in Brasile approfittane!”.
Ripetermi questa frase mi è stato di grande aiuto perché mi ha dato la voglia di mettermi in gioco ma anche di rimanere in disparte in alcuni momenti, di capire quali sono i miei limiti e le mie paure, ma più di tutto mi ha aiutata a capire le mie emozioni e anche a cambiare alcuni tratti del mio carattere.
Grazie ai momenti di vita quotidiana assieme all’equipe 2018, composta da Giacomo L., sempre del Progetto BEA, Sara F. e Ludovica F. della ricerca INTEREURISLAND e Nicola A., e grazie all’esperienza di tirocinio formativo svolto al FUNASE CASEM, ho potuto approfondire la comunicazione assertiva e, in particolare, l’osservazione e la gestione delle mie emozioni e sensazioni.
L'Equipe 2018 Progetto BEA e INTEREURISLAND e l'equipe tecnica della FUNASE CASEM, Petrolina. |
J. e M. sono due di loro con i quali ho legato di più all’inizio. Grazie a loro sono stata integrata nel gruppo, riuscendo a ‘conquistare anche i ragazzi più duri.
La loro conoscenza mi ha permesso di notare qualcosa di particolare. Ognuno di loro, quando arrivavo in sede, mi chiedeva un dettaglio specifico della nostra prima chiacchierata. E. ad esempio, tutti i giorni mi chiedeva di imitare sempre la stessa azione perché lo divertiva la mia espressione; J. invece mi chiedeva sempre di ripetere una parola italiana perché gli faceva ridere la pronuncia; D. che mi guardava sorridendo aspettava sempre un mio sorriso; J. tutti i giorni mi ripeteva “hullalah” aspettando che io mi girassi ridendo per ridere assieme; oppure M. che appena mi vedeva mi salutava in italiano, chiedendomi se la pronuncia era corretta.
Tutti questi dettagli erano per me, e credo anche per loro, uno sorta di ricongiunzione prima di iniziare a parlare d’altro o svolgere delle attività; sembrava quasi una verifica per vedere se uno dei due fosse cambiato durante la notte. Ma al tempo stesso era un dettaglio che solo io ed ognuno di loro potevamo sapere e che era unico delle nostre relazioni.
Allo stesso modo la psicologa Liane M. e l’assistente sociale Ana Valina M. mi hanno spiegato ed illustrato il loro lavoro all’interno e all’esterno dell’unità; riguardo a loro, ho avuto la fortuna di partecipare a due visite domiciliari. Nonostante tali attività non rientrassero in modo specifico nel mio campo di studi, sono stati momenti molto formativi perchè mi hanno permesso di vedere il lavoro che viene svolto fuori dall’unità, in particolare con i Comuni dei paesi d’origine dei ragazzi, per la gestione dei rapporti con le famiglie. Inoltre, ho potuto assistere ai dialoghi con gli stessi familiari degli adolescenti.
Per poter raggiungere tali obiettivi formativi, a seguito del primo periodo di osservazione partecipante e anche sulla richiesta dell’equipe tecnica del CASEM, ho programmato e sviluppato una mia attività specifica con gli adolescenti accolti. Un laboratorio con l’argilla che si è sviluppato nell’arco di 3 settimane e per un totale di 6 incontri.
Nei primi incontri è stato difficile riuscire a controllare i ragazzi, soprattutto spiegare loro che dovevano seguire le mie indicazioni, perché non era un’attività libera ma un’attività da me condotta che richiedeva la partecipazione attiva e sincera da parte loro.
Il confronto con la psicologa e l’assistente sociale mi ha aiutato molto, in quanto mi hanno suggerito delle modalità alternative per la gestione delle attività e della relazione con i diversi partecipanti. La presenza di queste due figure professionali in alcuni momenti del laboratorio, mi ha aiutata a condurre l’attività con ottimi risultati, in particolare negli ultimi incontri in cui i ragazzi hanno realizzato dei lavori pieni di significato.
Un momento del laboratorio con l'argilla - FUNASE CASEM, Petrolina-PE. |
Nonostante avessi molta paura, una volta iniziato il corso ho dovuto ricredermi. Devo ringraziare il mio coinquilino e compagno di “cattedra” Giacomo L. e Nicola A., responsabile del Corso.
La serata di culinaria del corso di lingua e cultura italiane PROEX - UNIVAS |
Equipe 2018 |
Ringrazio le donne di questa favolosa equipe: Sara per il suo modo di fare un po’ tutto suo e Ludovica per aver riso a crepapelle per le sue disavventure.
Ringrazio Nicola Andrian, il coordinatore del Progetto BEA, per aver saputo accompagnarci in questa esperienza formativa sia professionale che umana, di vita. Per aver capito che avevo bisogno di qualcuno che mi appoggiasse nel corso di questa esperienza e per i consigli dati. Grazie per essere una figura di riferimento che non oscura la strada, ma che tiene la luce per gli altri.
Fiume São Francisco |
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