Brasile, Educazione, Volontariato, Formazione.
Ecco le 'parole' che mi hanno condotta al Progetto BEA.
Sapevo di voler fare un’esperienza di crescita personale e
professionale, mettermi in gioco nel lavoro che sto scegliendo ogni giorno,
rinnovarmi, dare spazio alla mia curiosità per la cultura di questo Paese.
Progetto BEA, l’intreccio della mia ricerca. Non c’è stata
una preparazione, non ce ne è stato il tempo e la possibilità. Era da cogliere
al volo, fidarsi di sé ed affidarsi a chi senti che mette “cuore, mani e cervello”
in quello che fa (parole piene che ogni giorno leggevo e vivevo
nell’accogliente casa del progetto).
Così sono partita per questo mese e mezzo, con qualche
consiglio e la testimonianza preziosa di Veronica e Miriam, con tanta ansia per
l’ignoto quanto desiderio di incontro, con la libertà di fare mia questa esperienza
che mi trasmetteva Nicola.
Mezza giornata all’APAE, centro che accoglie persone con
disabilità, e mezza giornata al FUNASE CASE, casa di detenzione per minori di
Petrolina.
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Equipe Professoresse APAE |
L’APAE è stata accoglienza e energia, l’aria che si respira
è di casa, questo lo creano i ragazzi principalmente. Professoresse,
fisioterapisti, logopedista, psicologo, coordinatrici, genitori, volontari
ognuno contribuisce a mantenere in armonia questo spazio familiare e a renderlo
significativo per gli studenti. Ringrazio di aver percepito questo posto con
gli occhi di ciascuno di loro, è la possibilità che mi sono data qui. L’altra è
stata quella di costruire la relazione attraverso una comunicazione che non
fosse quella verbale. La mia difficoltà iniziale con la lingua e
l’impossibilità da parte di molti ragazzi di esprimersi attraverso la parola
hanno creato l’opportunità di scoprirci in un modo prezioso quanto sorprendente.
L’esperienza al CASE è cominciata un po’ in ritardo e
l’avere poco tempo per stare con i ragazzi e condividere il quotidiano mi ha all’inizio,
paradossalmente, bloccata. Sentivo il tempo scorrere veloce e le occasioni
scivolare via. Accettare che loro avevano bisogno di tempo anche solo per
accorgersi che ero lì è stato fondamentale. Trovare il giusto equilibrio fra
mettersi in gioco con loro e rispettare la loro complessità, i loro tempi,
valori, bisogni è stata una grande sfida. Allenarsi ad accogliere senza
giudizio, essere una presenza attiva e aperta, ma non invadente. Riconoscere le
proprie difficoltà e lavorarci se necessario: questi ragazzi hanno voglia di
affrontare argomenti scomodi, ti mettono alla prova, misurano fino a che punto
sei pronta ad accoglierli e quanto sono forti le tue pareti per sostenerli. Sono
belli, fragili e con tanta forza. Hanno dato luce, in poco tempo, alle
sfaccettature più complesse e vive della relazione educativa.
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Corso di Formazione sulla Comunicazione Assertiva
FUNASE CASEM Petrolina |
‘Comunicare’ è stato il filo rosso del mio Brasile, nelle
sue diverse forme. Studiando, riflettendo sulla comunicazione assertiva
attraverso la formazione di Nicola agli operatori del CASEM, interrogandomi,
ascoltando l’altro, osservando, osservandomi e sperimentandomi. Un lavoro
quotidiano, impegnativo e prezioso. E questo perché mi porto a casa un bagaglio
nuovo, ma soprattutto perché è stato il mezzo principale con cui ho affrontato
le difficoltà che emergevano ogni giorno là.
Essere sola in questa città mi ha infine dato la possibilità
di non perdermi, e dove possibile costruirmi, le occasioni per conoscere
persone; alcuni volti mi hanno accompagnato da subito, altri dopo un tempo, altri
sono stati dei flash, hanno dato tutti significato al mio viaggio, l’hanno
arricchito a loro modo. Queste relazioni sono state parte fondante di questa
esperienza, forse sono stata particolarmente fortunata nei miei incontri, forse
ero pronta ad accogliere, il mio Brasile è stato ‘incontro’.
Incontri che mi hanno dato
libertà di essere, che mi hanno ricordato il valore della gratuità, che oggi
sono un pensiero felice. Custodisco nel cuore e nella mente i loro volti e i
momenti preziosi insieme.
“Vai dar tudo certo!”, come dire
“andrà tutto per il verso giusto”, grazie anche a te, lontano quanto presente,
compagno di viaggio.
Elisa Zanchetta
(Equipe BEA 2016.2)