Un progetto che si sviluppa principalmente nella regione metropolitana della città di Petrolina, nello Stato del Pernambuco in Brasile, attraverso una rete di collaborazioni con enti pubblici, privati e società civile a livello locale e internazionale.

“Dalla nostra esperienza, iniziata nel 2002, abbiamo la consapevolezza che l’incontro, il dialogo e la collaborazione alla pari costituiscono il Cuore di un approccio interculturale e di una relazione autentica. Sono fonte di grande ricchezza per il benessere degli esseri umani e della società e per una migliore presa in carico e risoluzione delle situazioni di bisogno che ogni comunità si trova ad affrontare.”

Nicola Andrian e Isabella Polloni - En.A.R.S.

lunedì 12 dicembre 2016

Curiosità e gentilezza: la bellezza dell'incontro - esperienza di Volontariato di Elisa Zanchetta

Brasile, Educazione, Volontariato, Formazione.
Ecco le 'parole' che mi hanno condotta al Progetto BEA.
Sapevo di voler fare un’esperienza di crescita personale e professionale, mettermi in gioco nel lavoro che sto scegliendo ogni giorno, rinnovarmi, dare spazio alla mia curiosità per la cultura di questo Paese.
Progetto BEA, l’intreccio della mia ricerca. Non c’è stata una preparazione, non ce ne è stato il tempo e la possibilità. Era da cogliere al volo, fidarsi di sé ed affidarsi a chi senti che mette “cuore, mani e cervello” in quello che fa (parole piene che ogni giorno leggevo e vivevo nell’accogliente casa del progetto).
Così sono partita per questo mese e mezzo, con qualche consiglio e la testimonianza preziosa di Veronica e Miriam, con tanta ansia per l’ignoto quanto desiderio di incontro, con la libertà di fare mia questa esperienza che mi trasmetteva Nicola.
Mezza giornata all’APAE, centro che accoglie persone con disabilità, e mezza giornata al FUNASE CASE, casa di detenzione per minori di Petrolina.
Equipe Professoresse APAE
L’APAE è stata accoglienza e energia, l’aria che si respira è di casa, questo lo creano i ragazzi principalmente. Professoresse, fisioterapisti, logopedista, psicologo, coordinatrici, genitori, volontari ognuno contribuisce a mantenere in armonia questo spazio familiare e a renderlo significativo per gli studenti. Ringrazio di aver percepito questo posto con gli occhi di ciascuno di loro, è la possibilità che mi sono data qui. L’altra è stata quella di costruire la relazione attraverso una comunicazione che non fosse quella verbale. La mia difficoltà iniziale con la lingua e l’impossibilità da parte di molti ragazzi di esprimersi attraverso la parola hanno creato l’opportunità di scoprirci in un modo prezioso quanto sorprendente.
L’esperienza al CASE è cominciata un po’ in ritardo e l’avere poco tempo per stare con i ragazzi e condividere il quotidiano mi ha all’inizio, paradossalmente, bloccata. Sentivo il tempo scorrere veloce e le occasioni scivolare via. Accettare che loro avevano bisogno di tempo anche solo per accorgersi che ero lì è stato fondamentale. Trovare il giusto equilibrio fra mettersi in gioco con loro e rispettare la loro complessità, i loro tempi, valori, bisogni è stata una grande sfida. Allenarsi ad accogliere senza giudizio, essere una presenza attiva e aperta, ma non invadente. Riconoscere le proprie difficoltà e lavorarci se necessario: questi ragazzi hanno voglia di affrontare argomenti scomodi, ti mettono alla prova, misurano fino a che punto sei pronta ad accoglierli e quanto sono forti le tue pareti per sostenerli. Sono belli, fragili e con tanta forza. Hanno dato luce, in poco tempo, alle sfaccettature più complesse e vive della relazione educativa.
Corso di Formazione sulla Comunicazione Assertiva
FUNASE CASEM Petrolina

‘Comunicare’ è stato il filo rosso del mio Brasile, nelle sue diverse forme. Studiando, riflettendo sulla comunicazione assertiva attraverso la formazione di Nicola agli operatori del CASEM, interrogandomi, ascoltando l’altro, osservando, osservandomi e sperimentandomi. Un lavoro quotidiano, impegnativo e prezioso. E questo perché mi porto a casa un bagaglio nuovo, ma soprattutto perché è stato il mezzo principale con cui ho affrontato le difficoltà che emergevano ogni giorno là.



Essere sola in questa città mi ha infine dato la possibilità di non perdermi, e dove possibile costruirmi, le occasioni per conoscere persone; alcuni volti mi hanno accompagnato da subito, altri dopo un tempo, altri sono stati dei flash, hanno dato tutti significato al mio viaggio, l’hanno arricchito a loro modo. Queste relazioni sono state parte fondante di questa esperienza, forse sono stata particolarmente fortunata nei miei incontri, forse ero pronta ad accogliere, il mio Brasile è stato ‘incontro’.

Incontri che mi hanno dato libertà di essere, che mi hanno ricordato il valore della gratuità, che oggi sono un pensiero felice. Custodisco nel cuore e nella mente i loro volti e i momenti preziosi insieme.



“Vai dar tudo certo!”, come dire “andrà tutto per il verso giusto”, grazie anche a te, lontano quanto presente, compagno di viaggio.
Elisa Zanchetta
(Equipe BEA 2016.2)

Nessun commento:

Posta un commento