Un progetto che si sviluppa principalmente nella regione metropolitana della città di Petrolina, nello Stato del Pernambuco in Brasile, attraverso una rete di collaborazioni con enti pubblici, privati e società civile a livello locale e internazionale.

“Dalla nostra esperienza, iniziata nel 2002, abbiamo la consapevolezza che l’incontro, il dialogo e la collaborazione alla pari costituiscono il Cuore di un approccio interculturale e di una relazione autentica. Sono fonte di grande ricchezza per il benessere degli esseri umani e della società e per una migliore presa in carico e risoluzione delle situazioni di bisogno che ogni comunità si trova ad affrontare.”

Nicola Andrian e Isabella Polloni - En.A.R.S.

giovedì 4 agosto 2016

“Non esiste il caso, né la coincidenza. Noi ogni giorno camminiamo verso posti e persone che ci aspettano da sempre.” - Report finale tirocinio universitario all'estero di Veronica Urbani

“Non esiste il caso, né la coincidenza. Noi ogni giorno camminiamo verso posti e persone che ci aspettano da sempre.” 
È con questa frase della scrittrice G. Dembech che ho deciso di iniziare a raccontare la mia (s)travolgente esperienza.

Questo viaggio è iniziato ben prima del mio arrivo in Brasile, non saprei dire esattamente quando ma era da tempo che avevo il desiderio di fare un’esperienza all’estero che fosse diversa dai soliti viaggi – vacanza con gli amici, volevo partire per conoscere una nuova cultura, per incontrare nuove persone e stili di vita, per rompere la mia routine e entrare in sintonia con nuovi ritmi. Istantaneamente quando mi fermavo ad immaginare pensavo all’America Latina, alla sua allegria, alla calorosità nei rapporti umani, all’Energia che poteva esserci.  
Quello che fino a quel momento esisteva solo nell’immaginazione, durante un seminario all’università ha iniziato a prendere una forma e un nome: Progetto BEA.

Equipe BEA 2016

Ho scelto di far parte di questo progetto essenzialmente perché mi piaceva l’idea di non lasciare definitivamente l’ambito universitario anzi, al contrario, di poter proseguire con gli studi e nel frattempo svolgere il mio tirocinio formativo.
Quando è arrivato il momento di scegliere l’ente dove avrei svolto il tirocinio, fra i diversi Partner proposti dalla rete locale del Progetto BEA, avevo voluto mettermi alla prova misurandomi come professionista in un ambito in cui non avevo esperienza: il FUNASE CASEM -  Casa di semilibertà per adolescenti maschi definiti ‘In conflitto con la legge’.

È stata una scelta “scomoda” che, come immaginavo, mi ha fatto crescere molto.
Non nego che all’inizio i dubbi si facevano sentire: “ Ce la farò?”, “ Sarò in grado di creare legami con i ragazzi?”, “ Che cosa farò?”.

A seguito di una prima settimana di visite generali e formazione specifica, ho iniziato il mio tirocinio al CASEM lunedì 4 aprile e in quel momento la struttura stava ospitando 12 adolescenti.
A far tacere tutti i miei dubbi sono stati proprio loro che, incuriositi da quella mia pelle bianca e dal mio accento straniero, mi hanno accolta permettendomi di entrare a far parte della loro quotidianità.
Per presentarmi e per far loro conoscere le mie origini, una delle prime settimane, in accordo con l’equipe tecnica, abbiamo dato avvio alla ‘Settimana Italiana’ durante la quale ho mostrato con video, foto e canzoni la mia Italia, mangiando insieme della vera pasta italiana!

I momenti della sera mi hanno regalato i migliori ricordi. Dopo lunghe e ricche giornate arrivava la stanchezza (per tutti !), le barriere che durante il giorno ci allontanavano gli uni dagli altri si abbassavano e così in un clima sereno quasi famigliare, seduti sul divano, si guardava Velho chico, o si ascoltava Marilìa Mendonça. Una sera D. mi ha insegnato a danzare reggae, un’altra volta L. F. J. D. mi ha fatto ballare la Quadrilha di São Joãcon i tipici cappelli di paglia di questa festa locale. Abbiamo cantato, scherzato e poi ... quei momenti profondi così intensi, così intimi dei racconti delle loro Vite.

A contribuire al farmi sentire “A casa” sono state in generale le diverse figure professionali che operano all’interno del CASEM, dai dipendenti dell’amministrazione alle guardie, dalle cuoche agli autisti con i quali ho instaurato un ottimo rapporto.
Ma a fare la differenza in quest’esperienza sono stati senza dubbio il supporto, la disponibilità, la pazienza e l’amicizia che l’intera equipe tecnica mi ha dimostrato. Con loro non mi sono mai sentita fuori luogo, sono state delle vere e proprie guide in questo percorso, ero una di loro, una della grande “Famiglia CASEM”.
Con l'Equipe Tecnica del FUNASE CASEM
Con la supervisione e i consigli della coordinatrice tecnica Dona Graça, della pedagoga Marcia, della psicologa Liane, dell’assistente sociale Ana Valina ed infine di Monica l’avvocata ho avuto l’opportunità di conoscere a 360° la struttura dove ho lavorato.
Ho partecipato alle attività interne ed esterne dei ragazzi, ai colloqui, alle visite domiciliari, affiancando la pedagoga alle riunioni con i dirigenti scolastici e visitando le istituzioni che collaborano a stretto contatto con il CASEM (i servizi sanitari, l’agenzia del lavoro, ecc) ed infine ho avuto il piacere di conoscere il Tribunale dei minori e di presentarmi al giudice minorile della città di Petrolina.

Con l’intera equipe riunita, il primo giorno di tirocinio, abbiamo condiviso e negoziato gli obiettivi formativi che mi ero posta con quelli specifici dell’ente.
Avevo suddiviso i miei obiettivi nelle tre macro aree del Sapere, Saper Fare e Saper Essere

SAPERE
  • Conoscere approfonditamente la struttura dove svolgerò il tirocinio formativo (mission, statuto, finalità e valori alla base della FUNASE CASEM).
  • Studiare i documenti che stanno alla base della legislazione minorile dello Stato del Pernambuco (ECA).
  • Conoscere e condividere gli usi, costumi, abitudini, la storia e la lingua di una cultura diversa dalla mia.
  • Acquisire conoscenze specifiche in merito al metodo del Service Learning.
SAPER FARE
  • Acquisire capacità, competenze e strategie educative che mi permettano di agire - in contesti come il FUNASE CASEM e analoghi - nell’immediato in modo consono ed efficace.
  • Instaurare un rapporto empatico con i ragazzi e relazionarmi con loro tenendo fede ai principi di intenzionalità, asimmetria e “giusta distanza”, riflessività, educabilità e progettualità.
  • Apprendere da ogni singolo membro dell’équipe di lavoro (educatore, psicologo, assistente sociale) e collaborare con loro.
  • Incrementare capacità e competenze di conduzione di attività e di gestione di un gruppo attraverso un mio laboratorio di Arte e Teatro corporeo cercando di creare occasioni che permettano agli utenti di mettersi in gioco pur essendo “protetti”.
  • Incrementare capacità riflessive sulle pratiche nel tentativo di monitorare l’apprendimento ad ogni livello attraverso la pratica/servizio.
SAPER ESSERE
  • Stimolare e mantenere costantemente un atteggiamento di Apertura e di Curiosità che mi permetta di mettermi in gioco in ogni istante di questa esperienza.
  • Mantenere e ampliare un autentico Ascolto Attivo e atteggiamento Empatico.
  • Permettere che avvenga un vero e proprio Accomodamento (come lo ha teorizzato Piaget) delle esperienze e delle buone pratiche imparate al fine di farmi maturare come persona e come educatrice.
Dopo essermi inserita nelle attività che c’erano già in programma, come la festa della mamma e l’Arraja do CASEM ( festa locale), ho avuto modo di proporre un mio laboratorio di teatro corporeo divenuto parte anche di un Progetto di Extensão del Dipartimento di Pedogogia della UPE, l’Università del Pernambuco.
La UPE, Campus di Petrolina è uno degli enti Partner del Progetto BEA ed io ho avuto la possibilità di seguire le lezioni di ‘Relazioni interpersonali e dinamiche di gruppo’ del Corso di Laurea in Pedagogia.
Io e
Natália Dos Santos A. G.
(studentessa brasiliana dell’8° periodo di Pedagogia), con l’obiettivo di sperimentare praticamente i contenuti teorici del corso, abbiamo organizzato e condotto sei incontri svolti con gli adolescenti del CASEM e l’equipe socio psico-pedagogica al Parco Municipale ‘ Josepha Coelho’ di Petrolina.
Laboratorio al Parco Josepha Coelho
Il filo rosso che li univa era la Comunicazione Assertiva, in particolare l’Ascolto Attivo, e ogni incontro affrontava una tematica specifica:  Fiducia, Io, Tu, Noi, Comunicazione assertiva e Ascolto attivo.
Lezione del corso di Relazioni interpersonali
e dinamiche di gruppo - UPE, Campus di Petrolina

Sono sicura che questo progetto senza la collaborazione di Natália e la supervisione di Nicola A. come professore non avrebbe ottenuto lo stesso risultato finale.
Ed è proprio all’UPE, Campus di Petrolina, che ho avuto l’opportunità di ampliare il mio Sapere, sperimentando un nuovo modello di università più dinamico e partecipato.




Per il mio percorso di tirocinio un momento altamente formativo era la riunione del venerdì mattina con Miriam de Martin, mia collega di corso UNIPD e Nicola Andrian coordinatore del Progetto BEA (l’Equipe BEA 2016.1).
Il progetto BEA è il Cuore di una ricerca di dottorato del Dipartimento FISPPA – UNIPD e la riunione settimanale si focalizzava sulla riflessione costante dell’esperienza vissuta, del nostro agire intenzionale nel quotidiano, attraverso il Ciclo del Service Learning.
Penso sia stato proprio questo lavoro costante a fare la differenza nel mio livello di apprendimento.

Ma.. non è ancora finita!

P
erché a dare una sfumatura di colore in più a quest’esperienza è stato il Corso di cultura e lingua italiane, sviluppato al Dipartimento di Scienze Umane dell’UNEB, Università della Bahia, – Campus di Juazeiro (la città che si trova dall’altra parte del fiume São Francisco rispetto a Petrolina).
Non mi ero mai immaginata nei panni di insegnante, ruolo che ho sempre percepito come formale e distaccato, ma aver avuto la possibilità di mettermi in gioco, a fianco del coordinatore del progetto, proponendo lezioni dinamiche e giocose ha fatto in modo che gli studenti apprendessero i contenuti divertendosi e dall’altro lato che io mi stessa mi divertissi con loro.
Corso di lingua e cultura italiane UNEB, Juazeiro - Festa finale
Mi sono trovata così bene con loro che una volta terminato il corso ufficiale ho continuato, con chi voleva, a fare lezione di conversazione al parco, in piazza, in spiaggia…
In questi mesi mi sono sentita parte di Qualcosa di Grande, parte di un ‘Tutto’. Ho incontrato persone che mi sembrava di conoscere da una vita, ho percorso strade che i miei passi già conoscevano, a Petrolina e Juazeiro ho lasciato parte di me e mi sono portata via molto di più:
Sguardi, strette di mano, risate, profumi, colori, cibi, suoni, ritmi,  tramonti, danze, la calma che mi tranquillizzava mentre aspettavo la barquinha, l’armonia, le feste, il ‘Doce de leite’ dopo il pranzo con la mia Equipe, i sorrisi e gli abbracci, e tanto tanto altro che a parole non so descrivere.
Non mi sento di aver terminato quest’esperienza, sarà che a settembre arriveranno in Italia due studentesse dell’UNEB, sarà che i contatti con gli amici brasiliani sono sempre molto vivi, per il momento il rientro in Italia lo sto vivendo come un finale aperto, la Vita è lunga e chissà quali luoghi e persone ci saranno adesso ad aspettarmi o a reincontrarmi !!!

Un enorme grazie a Nicola che ha permesso tutto questo, che ha inventato un “Nicola Andrian” che mi permettesse di vivere tutti i momenti, e molti di più, sopra descritti.
A te con cui ho potuto confrontarmi, imparare e crescere: Grazie.
Un grazie speciale alla mia compagna di avventura Miriam che mi ha aiutata a crescere superando e condividendo sia i momenti felici che quelli difficili. Senza di lei non sarebbe stato lo stesso viaggio.
Ed infine ai miei ragazzi, ad ognuno di voi per avermi accolta, per aver scherzato, giocato, per avermi dato l’opportunità di entrare nelle vostre vite, per esservi resi disponibili a regalare una parte di voi, delle vostre storie. E tra tutti un grazie particolare va ad un’ Anima meravigliosa, ora totalmente libera nel mondo, che ha stravolto la mia vita con la sua. Con il suo straordinario “Mondo nella testa” mi ha fatto capire come le parole a volte non servono, tutto ciò che serve è:
Testa, Mani e Cuore.
Veronica

Nessun commento:

Posta un commento