Se
qualcuno mi avesse chiesto fino a qualche mese fa quale fosse il Paese che più
mi sarebbe piaciuto visitare e, soprattutto, vivere, avrei risposto
immediatamente il Brasile. E oggi, raccontare questa meravigliosa esperienza,
per quel che è possibile con le parole, è tanta emozione. C'è da dire,
tuttavia, che dietro a questo fortissimo desiderio si nasconde mio padre, egli
stesso è brasiliano, e pertanto tutto ciò che mi accingo a raccontare è stato, anche,
una ricerca delle mie radici.
Fatta
questa premessa, riavvolgiamo il nastro e partiamo dall'inizio. In chiusura del
percorso di laurea magistrale (corso in Psicologia clinico dinamica
all’Università di Padova/UNIPD) sono venuto a conoscenza della possibilità di
svolgere una parte del mio tirocinio professionalizzante post-laurea
all’estero, attraverso il ‘Progetto BEA’.
Un
progetto sociale e di scambi interculturali promosso dall’Associazione EnARS di
Padova, che si sviluppa principalmente nella città di Petrolina, nello Stato
del Pernambuco, nella regione nord est del Brasile e che l’anno a venire
festeggerà 18 anni.
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Incontri tematici di lingua portoghese e cultura brasiliana con Jamile S.S. |
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Un progetto che prevede una formazione pre-partenza che,
per l’equipe di cui ho fatto parte, si è sviluppata attraverso incontri specifici
sulla lingua portoghese e sulla cultura brasiliana, tenuti dal coordinatore e
dalla studentessa brasiliana Jamile Soares da Silva (del Dipartimento di Scienze Umande DCH III della UNEB, a Padova grazie allo
scambio INTEREURISLAND) e due weekend formativi residenziali (uno a Roma in
occasione del Congresso internazionale del Programma SCHOLAS OCCURRENTES de
Papa Francisco e uno in Bivacco nelle montagne sopra Cison di Valmarino).
Terminata
la formazione è arrivato il momento della partenza e il 7 Agosto 2019 sono
arrivato a destinazione assieme a Maria Spalletta, studentessa UNIPD in
mobilità attraverso il programma INTEREURISLAND, per svolgere 3 mesi del mio
tirocinio post-lauream.
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Durante il I Colóquio Brasil Itália |
Da
subito sono stato catapultato nella preparazione dell'importantissimo evento
internazionale “1° Colóquio Brasil-Itália”, della durata di tre giorni,
svoltosi nel Dipartimento di Scienze Umane DCH, Campus III dell’Università della
Bahia (UNEB), a Juazeiro-BA.
A
tale evento hanno partecipato sia professori brasiliani che professori
dell'Università di Padova, i quali alternandosi hanno trattato di importantissimi
temi quali l’internazionalizzazione e la responsabilità sociale dell’università
con le rispettive comunità e della proposta pedagogica del Service Learning.
L’evento si è concluso con un bellissimo momento di aggregazione attraverso la
danza e con la piantagione di un albero all'interno dello stesso Campus.
Nell’ottica
del Service Learning, l’intera esperienza si è sviluppata nell’alternanza fra
attività teoriche all’università e attività pratiche di ‘servizio’ nella
comunità. In merito a queste ultime, ovvero la parte specifica del mio
tirocinio che considero una delle parti più salienti di questo cammino, ho
avuto la possibilità di dividere l’esperienza in due contesti totalmente
diversi a che mi hanno permesso allo stesso tempo un’enorme crescita sia da un
punto di vista professionale che umano.
Il
primo servizio svolto è stato presso il CAPSi (Centro de Atenção Psicossocial
infantil) di Juazeiro-BA. Una struttura che nasce come opposizione alla cultura
manicomiale ancora predominate e che ha come protagonista una meravigliosa
equipe multidisciplinare composta da un’infermiera, una psicologa, una
pedagoga, un’assistente sociale, una nutrizionista e un medico.
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Cartellone sulle emozioni |
Proprio
in tale contesto, e con la supervisione della tutor, la Prof.ssa Barbara Cabral,
sono riuscito a pianificare e realizzare due diverse attività con bambini dai 6
ai 12 anni: la prima di queste è stata svolta attraverso l'uso della
fotografia, chiedendo ai bambini di scegliere una foto in base ad un tema
prestabilito antecedentemente (specificando il perché di quella scelta) e con
la seconda si è creato un cartellone ad hoc con immagini raffiguranti diverse
emozioni, attraverso il quale si investigava il riconoscimento di queste
ultime. Oltre a tali attività, non sono mancate le occasioni per affiancare la
psicologa del CAPSi durante i colloqui individuali con i minori accolti dal
centro.
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Attività di Photo Language - CAPSi Juazeiro-BA |
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Attività sulla Libertà |
L'altra
parte del mio tirocinio formativo è stata svolta, invece, al FUNASE CASEM di
Petrolina, una Fondazione socio ri-educativa che opera con adolescenti in
conflitto con la legge, in condizione di stato semi-libertà. In questo
ambiente, nonostante l'iniziale timore per un contesto a me del tutto nuovo,
sono stato totalmente travolto da un punto di vista emotivo, in quanto i
ragazzi mi hanno sempre fornito importanti spunti di riflessione: ciò che mi ha
colpito in modo particolare per tutto il tempo della mia permanenza è stato
l'enorme gap che percepivo tra ciò che leggevo nella scheda informativa del
singolo ragazzo e la persona stessa, eliminando qualsiasi forma di pregiudizio.
In
tale ambito, sempre con la supervisione della psicologa, ho intrapreso un altro
tipo di progetto intitolato “Quanto mi conosco”, attraverso il quale ho
sviluppato diversi temi, tutti relativi agli aspetti del Sé. Nello specifico,
le tematiche trattate sono state: libertà, autostima, empatia ed
auto-efficacia. Tutti gli incontri hanno previsto l'utilizzo di diversi
materiali tra cui articoli di cartoleria, foto e materiale audio-visivo.
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Momenti di Equipe al FUNASE CASEM Petrolina-PE |
Le attività di tirocinio alla FUNASE CASEM si sono concluse con un momento di condivisione e festa realizzato attraverso un laboratorio di 'Pizza italiana', durante il quale gli stessi adolescenti accolti e l'equipe tecnica hanno partecipato in modo molto attivo ... mettendo letteralmente le 'mani in pasta'.
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Laboratorio di 'Pizza italiana' FUNASE CASEM Petrolina-PE |
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Pizza italiana al FUNASE CASEM Petrolina-PE |
La festa è stata realizzata anche grazie al contributo di un gruppo di genitori della Scuola dell'infanzia paritaria "A. Piloni" di Lecco, in Italia, che quest'anno (2019) si è preso a Cuore alcune delle attività del Progetto BEA e del programma INTEREURISLAND, in modo particolare quelle rivolte ad adolescenti in condizioni di diagio, rischio e conflitto con la legge.
Per
quanto riguarda la parte teorica dell’esperienza, tutti i mercoledì pomeriggio
ho partecipato con i Residenti del RMRS (Programa de Residência
Multiprofessional em Saùde Mental) dell’Università Federale UNIVASF, ad
incontri di monitoraggio e di sessione clinica (questi ultimi si svolgevano una
volta al mese) durante i quali si discuteva dei casi più difficili nei diversi
CAPS. In quanto tirocinante di psicologia ho trovato sempre molto stimolanti
gli incontri relativi ai diversi casi clinici; ciò che mi ha senz'altro colpito
di questi momenti di condivisione con i Residenti è che ognuno di loro, seppur
con formazione differente (chi infermiere, chi psicologo), partecipa con il
fine di sviluppare capacità di condivisione e di lavoro in equipe
multidisciplinare, già durante la formazione.
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Residenti del RMRS |
Per
quanto riguarda l'aspetto propriamente interculturale di questa esperienza di
mobilità che ho vissuto, una parte peculiare è stata quella delle lezioni di
lingua e cultura italiane tenutesi Nucleo di Lingue della UNIVASF di Juazeiro.
Per circa un mese tutti i mercoledì e venerdì sono stato il facilitatore (in
Brasile mi chiamavano ‘professor’) coadiuvato dal coordinatore del progetto,
Nicola Andrian, trattando tanto la grammatica quanto la conversazione e gli
aspetti culturali tipici della mia terra. E’ stato stimolante vedere quanto gli
studenti fossero interessati a tale cultura e quanto questo ruolo investito mi
abbia permesso di sviluppare una maggiore responsabilità.
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Uno degli incontri di lingua e cultura italiane al Nupi UNIVASF, a Juazeiro-BA |
Infine,
ma non per importanza, diversi sono stati i momenti di Equipe, realizzati un
venerdì ogni 15 giorni per riflettere e discutere sul quadro completo
dell’esperienza e in particolare sugli episodi più salienti del tirocinio.
Focus group coordinati da Nicola A. e vissuti assieme alla ‘compagna di
viaggio’ Maria S.. Attraverso questi momenti è stato possibile riflettere
maggiormente su ciò che mi accadeva, sulle reazioni emotive e sul sapere, saper
essere e saper fare, capire, cioè, cosa mi portavo ‘a casa’ da ogni singola
esperienza. A mio avviso sono state delle ottime occasioni per pensare,
riflettere e dare significato a ciò che mi circondava.
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Un incontro dell'Equioe 2019, con Maria S. e Nicola A. |
In
ultima analisi, credo che questa esperienza mi abbia aperto gli occhi su molte
questioni e mi abbia fatto maturare a 360°, dandomi una nuova prospettiva e
facendomi capire quanto l'intercultura sia necessaria per abbattere quei muri
che tutti noi, volente o nolente, ci costruiamo. Vedere un altro mondo, un
altro modo di vivere ti permette di scoprire l'Altro e l'Altro a mio parere è
sempre fonte di grande crescita personale.
Avrei
potuto raccontare molto di più probabilmente, avrei potuto parlare delle
persone, dei posti, della cultura o persino della politica ma ritengo più
opportuno terminare con una frase che mi ha colpito, che più e più volte ho
sentito e che meglio spiega un’esperienza che non è facile spiegare: “è
complicado”.
Maurizio
Dorsa
Tirocinio professionalizzante Post magistrale, Università di Padova
La mobilità di Maurizio Dorsa è stata sostenuta anche dai Finanziamenti 8X1000 della Chiesa Valdese - annualità 2019.
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