Gli inizi sono sempre difficili, sono incerti, ti
proiettano in una dimensione sconosciuta ma ti permettono anche di chiarirti
le idee, di mettere ordine, di dare un senso alla decisione presa.
Sapevo che volevo partire per il Brasile e che volevo
svolgere il mio tirocinio formativo con il Progetto BEA, la mia volontà era
grande non avevo dubbi, ma le motivazioni erano flebili e non capivo bene la ragione profonda di questa mia scelta.
Ora che torno è tutto molto più chiaro. In questi tre
mesi ho avuto l’opportunità di fare esperienze ed incontri che mi hanno
arricchito significativamente; sinceramente spero di non tornare uguale a com'ero quando sono partita. Ogni situazione, compito, parola erano nuovi e mi costringevano a
fare riferimento ad un punto di vista differente dal mio, a relazionarmi con un
diverso modo di sentire le cose.
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Arrivo a Recife, Pernambuco, Brasile |
Quando siamo arrivate a Recife, io, Giulia e Lucia non
conoscevamo la lingua, avevamo studiato qualche libro di grammatica prima di partire,
ma quando ti trovi a presentarti, a dover chiedere delle semplici
informazioni, a pagare al ristorante, a chiamare un taxi e a prendere un
autobus, capisci davvero quanto sia importante riuscire a comunicare.
Comunicare, è proprio questo il punto, utilizzare competenze,
risorse, abilità che nemmeno tu sapevi di possedere. È conoscersi prima di
conoscere. È saper aspettare i tempi dell’altro che deve decidere se vuole
entrare in relazione con te. È saper ascoltare senza la pretesa di aver già una
risposta pronta, una soluzione data. È mettersi in gioco, esporsi, condividere
sentimenti ed emozioni.
L’ENARS e il progetto BEA mi hanno dato l’opportunità
di realizzare il tirocinio universitario confrontandomi con realtà
completamente nuove, sperimentando nella pratica ciò che sto studiando, anche
attraverso il gioco e la creatività, apprendendo, aprendo i miei orizzonti e
anche trasmettendo le mie passioni attraverso una partecipazione attiva e
propositiva.
Gli obiettivi formativi:
- Sapere: conoscere l’ente dove svolgo il tirocinio, i documenti
istituzionali e gli aspetti più importanti delle politiche sociali del
Pernambuco.
- Saper fare: sperimentarmi con i ragazzi e i bambini
nell’uso di più materiali, forme e colori, in attività creative attraverso il
riciclaggio. Praticare un’osservazione partecipante e adattare il mio progetto
laboratoriale allo specifico contesto. Applicare le conoscenze teoriche che ho appreso durante gli anni di studio.
- Saper essere: capace di assumere un pensiero critico
valutando molteplici prospettive e punti di vista, anche molto differenti dal
mio.
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C.C.A. quartiere João de Deus, Petrolina |
Ricordo ancora le sensazioni che ho provato quando
sono entrata la prima volta al CCA, Centro di Accoglienza per bambini e Adolescenti
in condizioni di rischio e vulnerabilità sociale nel quartiere João de Deus a Petrolina. Sono
rimasta impressionata dall’energia e dal calore di quel luogo.
Quel giorno i bambini erano dentro a una piccola sala
e facevano prove di canto con Ionally e Candyce, le due educatrici che poi
sarebbero diventate mie amiche e compagne. Siamo entrate e i loro sorrisi mi
hanno fatto battere il cuore, quando si sono rivolti verso di noi e hanno
intonato una canzone brasiliana con le loro voci pure e soavi, mi sono scese le
lacrime, l’emozione era fortissima e difficilmente sono riuscita a contenerla.
Ho pensato “questo è il posto giusto per me”, e quella affermazione è valida
tuttora, il giorno della despedida (saluti/addi) non è stato meno facile.
Al centro, nell'arco dei 3 mesi di tirocinio, ho realizzato:
- Un laboratorio con i colori a tempera e gli
acquerelli, imparando a mescolarli per ottenere i secondari e i terziari e
utilizzando strumenti come le cannucce e le spugne per poter sperimentare
tecniche artistiche inusuali.
- Delle giornate di sperimentazione culinaria
preparando e cucinando cibi tradizionali della cultura italiana con ingredienti
semplici ed economici (gnocchi e pizza).
- Attività con la pasta di sale e
costruendo gessi colorati per promuovere capacità manipolatorie e espressive.
- Lezioni teoriche interattive sulla necessità e
la possibilità di riciclare risorse che si possono riutilizzare, attraverso
l’immaginazione e la fantasia; a queste sono seguite lezioni pratiche nelle
quali, a partire da uno spunto iniziale introduttivo, i bambini hanno creato animali, macchine, giochi, pinguini, cassonetti, aerei ecc..
Attraverso queste attività ho imparato con loro a costruire, disegnare,
liberare la fantasia, ho ripreso a giocare e sono cresciuta moltissimo
professionalmente. Mi sento di ringraziare tutte le operatrici dell’ente che
mi hanno accolta e aiutata ad integrarmi fin da subito, che sono state disposte
ad instaurare un dialogo interculturale per cercare dei compromessi.
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Centro da Juventude, Petrolina |
Ho avuto altrettanta fortuna all’interno del Centro della Gioventù del programma 'Vida Nova del Comune di Petrolina', dove sono stata accolta dalla direttrice, dai professori, dai tecnici,
dagli studenti della UPE, l’Università Statale, ma soprattutto da loro, i
ragazzi.
Attraverso le lezioni doposcuola di portoghese, oltre
ad imparare la lingua, abbiamo parlato dei sogni, dei progetti futuri, del
presente, delle opportunità mancanti e delle storie personali, loro e mie.
In questo contesto ho potuto inserirmi in un progetto di Extension Universitaria della UPE e assieme a Manuela M., studentessa e coordinatrice del progetto stesso, abbiamo svolto un bellissimo lavoro sulla
collaborazione, l’aiuto reciproco e la considerazione dell’altro.
Titolo del progetto: “Apprendimento solidale come
strumento di partecipazione e integrazione sociale di giovani in condizioni di
vulnerabilità sociale nel comune di Petrolina-PE.
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L'equipe del progetto di Extension UPE, coordinata dalla Prof.ssa Virginia Ávila |
L'Extension Universitaria è una modalità attraverso la
quale si instaura un solido legame tra l'università e la comunità, un rapporto
di scambio. Questo progetto in particolare prevedeva la formazione di alcuni
ragazzi, all'interno del centro, più portati in alcune discipline o più
studiosi, chiamati "monitori" che aiutavano i compagni con un
linguaggio semplice ed efficace. La cooperazione tra pari veniva, poi, favorita
dal fatto che nello stesso tempo in cui venivano preparati loro, non passava in
secondo piano il resto della classe, che sviluppava temi, elaborati e
riflessioni importanti.
Lingua e Cultura italiana:
E come dimenticare il corso di italiano all'Università Federale UNIVASF, a fianco del coordinatore del progetto e
professore, nonché maestro di vita, Nicola Andrian? Trovarsi all’improvviso nei
panni di una professoressa non è stato facile, ma grazie agli studenti,
sicuramente emozionante. I momenti di divertimento e di soddisfazione non sono
mancati anche se sempre accompagnati da obiettivi e fini specifici prestabiliti
e contenuti altrettanto corposi in merito alla cultura e alla lingua italiana.
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Corso di lingua e cultura italiana UNIVASF, serata culinaria. |
Un bagaglio umano, culturale, personale che farà parte
della mia vita futura non solo professionale.
La lista dei ringraziamenti sarebbe troppo lunga,
considerati i mille volti che in questo momento riaffiorano, ma non posso
scordare di ringraziare la mia Italia in Brasile: Giulia Pivato, Lucia Zago e
Nicola Andrian.
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Equipe BEA 2015 |
Devo tutto questo principalmente a loro. Se non fosse
stato per queste tre splendide persone non so se avrei vissuto le situazioni
che mi si presentavano allo stesso modo. Solo per loro ci vorrebbe un’altra
lettera, ma non c’è né il tempo, né lo spazio.
Obrigada por tudo pessoal, nunca vou esquecer de vocês!
Isidora Zanon
"Comunicare, è proprio questo il punto, utilizzare competenze, risorse, abilità che nemmeno tu sapevi di possedere. È conoscersi prima di conoscere. È saper aspettare i tempi dell’altro che deve decidere se vuole entrare in relazione con te. È saper ascoltare senza la pretesa di aver già una risposta pronta, una soluzione data. È mettersi in gioco, esporsi, condividere sentimenti ed emozioni."
RispondiEliminaCongratulazioni per il suo rapporto. Lei ci tiene una bella lezione dell'altruismo e la competenza. Abbracio
Elisabet G. Moreira