Un progetto che si sviluppa principalmente nella regione metropolitana della città di Petrolina, nello Stato del Pernambuco in Brasile, attraverso una rete di collaborazioni con enti pubblici, privati e società civile a livello locale e internazionale.

“Dalla nostra esperienza, iniziata nel 2002, abbiamo la consapevolezza che l’incontro, il dialogo e la collaborazione alla pari costituiscono il Cuore di un approccio interculturale e di una relazione autentica. Sono fonte di grande ricchezza per il benessere degli esseri umani e della società e per una migliore presa in carico e risoluzione delle situazioni di bisogno che ogni comunità si trova ad affrontare.”

Nicola Andrian e Isabella Polloni - En.A.R.S.

lunedì 21 dicembre 2015

Tre Mesi da ... CONTINUARE - Tirocinio universitario di Lucia Zago, breve Report finale

Tre mesi fa feci stampare sulle mie magliette: “Un giorno senza sorriso è un giorno perso” e “Se non hai un sorriso, io te ne do uno”. Queste frasi mi hanno accompagnata e aiutata durante questo percorso.

Esse descrivono lo spirito con cui io mi sono presentata ogni giorno alla FUNASE CASE (casa di detenzione minorile) e al corso d’italiano all’UPE, con cui ho cercato di relazionarmi con l’equipe e con i miei coinquilini. Il sorriso è un elemento che non ho mai voluto far mancare, che ho sempre esaltato e cercato di trasmettere.
In primis ho sempre cercato di entrare alla FUNASE con un sorriso da regalare ad ogni ragazzo e quello stesso sorriso mi ha aiutata a lasciare qualcosa a loro, a creare un rapporto, a conoscerli e scoprirli maggiormente. Insieme ad esso ho usato molto l’osservazione: ho guardato i comportamenti dei ragazzi, ho incrociato i loro sguardi, ho cercato di capire cosa volevano dire, trasmettere e far passare della loro vita al di là della comunicazione verbale non sempre così semplice o diretta, in un contesto come questo.
Solo in un secondo momento sono riuscita a sviluppare un dialogo, instaurando un rapporto di confidenza e rispetto che mi ha aiutata a sentirmi parte della loro situazione e vita nel carcere.

In questa struttura ho avuto l’opportunità di:
  • Affiancare il coordinatore pedagogico Ilson Borges dos Santos durante i colloqui pomeridiani con i ragazzi per l’elaborazione del PIA (Piano Individuale di Accoglienza);
  • Affiancare i professori nelle ore di lezione della scuola interna alla struttura, durante le mattinate;
  • Partecipare ai progetti di reinserimento sociale che alcuni ragazzi svolgevano nel pomeriggio;
  • Partecipare al Corso di Informatica;
  • Accompagnare alcune visite guidate fuori dalla struttura;
Visita alla AGROPECUÁRIA

Le 5 W in uno scatto - Fotografa il tuo sogno ...:

Di grandissima importanza per la mia esperienza è il fatto che in questi tre mesi ho avuto la possibilità di svolgere il laboratorio che mi ero prefissata prima della partenza: “Le 5 W in uno scatto – Fotografa il tuo sogno...” attraverso il quale, grazie alla fotografia e a un brainstorming sul presente e futuro, sono riuscita ad entrare maggiormente in contatto con i ragazzi e a farmi raccontare i loro sogni e la vita che desidererebbero avere. Preparare e sviluppare questo laboratorio non è stato facile. Inizialmente pensavo di attirare l’attenzione dei ragazzi grazie all’uso di un mezzo tecnologico mentre invece spesso l’interesse e la partecipazione venivano meno.
A volte le proposte della struttura si accavallavano. Ho comunque continuato anche con un numero ridotto rispetto al pensato. Inizialmente ho fatto vedere loro un video sulla storia della fotografia, ho spiegato loro come si usava la macchina, li ho lasciati sperimentare fotografando ciò che era d’interesse per loro e grazie a queste foto abbiamo lavorato sui due brainstorming: presente e futuro. Abbiamo scattato le foto di quello che loro vorrebbero fare in futuro e creato insieme un video. Anche grazie alla creazione del video ho potuto notare che quel dialogo iniziato in precedenza era in continuo sviluppo e arricchimento.
Su richiesta dell’ente ho sviluppato anche un laboratorio di italiano. Ho cercato di attirare il loro interesse in particolare attraverso la canzone rap “Se il mondo fosse” che abbiamo ascoltato, visto e imparato.
Questi ragazzi mi hanno permesso di sviluppare la capacità di osservare attentamente, di guardare con occhi diversi gli altri e la situazione, di ascoltare e di relazionarmi con docenti, pedagogista e ragazzi. Devo ringraziarli per avermi stimolato a seguire quella forza e quella voglia di alzarmi ogni mattina per trascorrere, purtroppo, solo otto ore del mio tempo con loro. Fra i principali obiettivi del mio tirocinio c’era “stimolare i ragazzi alla progettualità della loro vita, rendendoli consapevoli delle responsabilità delle loro azioni e valorizzando le loro potenzialità, risorse, competenze”, che attraverso i laboratori di italiano e fotografia sono riuscita a realizzare

Gli obiettivi formativi:

Mi ero prefissata di:
  • Migliorare la capacità di osservare;
  • Realizzare un progetto educativo all’interno della fondazione FUNASE CASE indagando i risultati tramite una valutazione accurata;
  • Acquisire e sviluppare nuove capacità, competenze e/o strategie educative nei confronti delle persone che vivono alla FUNASE CASE con lo scopo di arricchire il mio bagaglio culturale e professionale;
  • Sapermi relazionare con adolescenti in situazioni difficili e stimolare in loro la libertà di espressione e il dialogo mediante le attività proposte;
  • Conoscere una nuova cultura ed alcuni aspetti educativi di un paese differente al nostro.
Riunione settimanale di verifica 

Nonostante alcune difficoltà e i vari cambiamenti di programma in itinere, sento di essere riuscita a sviluppare ed incrementare in particolare la capacità di osservazione.  Significativa e arricchente, a proposito, la verifica/valutazione settimanale con Ilson Borges dos Santos, Edenete Santana de Araujo e Nicola Andrian.


Lingua e Cultura italiana:

Durante i tre mesi di tirocinio ho avuto anche l’occasione di mettermi in gioco come insegnante di Cultura e Lingua Italiana alla UPE, il Campus dell’Università Statale a Petrolina. Durante le lezioni ho cercato di sviluppare l’idea di imparare divertendoci e conoscendoci maggiormente. Devo ringraziare tutti i ragazzi per la loro comprensione e frequenza alle lezioni e anche perché mi hanno aiutato a mettermi in gioco e a sperimentare.
Serata finale al corso di Lingua e Cultura italiana alla UPE, Campus di Petrolina
Infine non posso dimenticare colui che mi ha permesso di trascorrere tre mesi in un paese meraviglioso come il Brasile: Nicola Andrian, il coordinatore del Progetto BEA che con la sua presenza costante e il dialogo mi ha aiutato ad affrontare le difficoltà e a farmi rendere conto delle mie capacità. Insieme a lui sono state importanti e fondamentali le mie due compagne Giulia P. ed Isidora Z. con cui ho convissuto e condiviso questi tre mesi e che mi hanno sempre sostenuta e fatta aprire gli occhi sulla persona che sono.
IL BRASILE DEVE ESSERE VISSUTO NON RACCONTATO!
Lucia Zago

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