Tre mesi fa feci stampare sulle mie
magliette: “Un giorno senza sorriso è un giorno perso” e “Se non hai un sorriso,
io te ne do uno”. Queste frasi mi hanno accompagnata e aiutata durante
questo percorso.
Esse descrivono lo spirito con cui io mi sono presentata ogni
giorno alla FUNASE CASE (casa di detenzione minorile) e al corso d’italiano
all’UPE, con cui ho cercato di relazionarmi con l’equipe e con i miei coinquilini. Il sorriso è un
elemento che non ho mai voluto far mancare, che ho sempre esaltato e cercato di
trasmettere.
In primis ho sempre cercato di entrare alla
FUNASE con un sorriso da regalare ad ogni ragazzo e quello stesso sorriso mi ha
aiutata a lasciare qualcosa a loro, a creare un rapporto, a conoscerli e
scoprirli maggiormente. Insieme ad esso ho usato molto l’osservazione: ho
guardato i comportamenti dei ragazzi, ho incrociato i loro sguardi, ho cercato
di capire cosa volevano dire, trasmettere e far passare della loro vita al di là della comunicazione verbale non sempre così semplice o diretta, in un contesto come questo.
Solo in un secondo momento sono riuscita a sviluppare un dialogo, instaurando un rapporto di confidenza
e rispetto che mi ha aiutata a sentirmi parte della loro situazione e vita nel
carcere.
In questa struttura ho avuto l’opportunità
di:
- Affiancare il coordinatore pedagogico Ilson Borges dos Santos durante i colloqui pomeridiani con i ragazzi per
l’elaborazione del PIA (Piano Individuale di Accoglienza);
- Affiancare i professori nelle ore di
lezione della scuola interna alla struttura, durante le mattinate;
- Partecipare ai progetti di reinserimento
sociale che alcuni ragazzi svolgevano nel pomeriggio;
- Partecipare al Corso di Informatica;
- Accompagnare alcune visite guidate fuori
dalla struttura;
|
Visita alla AGROPECUÁRIA
|
Le 5 W in uno scatto - Fotografa il tuo sogno ...:
Di grandissima importanza per la mia
esperienza è il fatto che in questi tre mesi ho avuto la possibilità di
svolgere il laboratorio che mi ero prefissata prima della partenza: “Le 5 W in uno scatto – Fotografa il tuo sogno...” attraverso il quale, grazie alla
fotografia e a un brainstorming sul presente e futuro, sono riuscita ad entrare
maggiormente in contatto con i ragazzi e a farmi raccontare i loro sogni e la
vita che desidererebbero avere. Preparare e sviluppare questo laboratorio non è
stato facile. Inizialmente pensavo di attirare l’attenzione dei ragazzi grazie
all’uso di un mezzo tecnologico mentre invece spesso l’interesse e la
partecipazione venivano meno.
A volte le proposte della struttura si
accavallavano. Ho comunque continuato anche con un numero ridotto rispetto al
pensato. Inizialmente ho fatto vedere loro un video sulla storia della
fotografia, ho spiegato loro come si usava la macchina, li ho lasciati
sperimentare fotografando ciò che era d’interesse per loro e grazie a queste
foto abbiamo lavorato sui due brainstorming: presente e futuro. Abbiamo
scattato le foto di quello che loro vorrebbero fare in futuro e creato insieme
un video. Anche grazie alla creazione del video ho potuto notare che quel
dialogo iniziato in precedenza era in continuo sviluppo e arricchimento.
Su
richiesta dell’ente ho sviluppato anche un laboratorio di italiano. Ho cercato
di attirare il loro interesse in particolare attraverso la canzone rap “Se il
mondo fosse” che abbiamo ascoltato, visto e imparato.
Questi ragazzi mi hanno permesso di
sviluppare la capacità di osservare attentamente, di guardare con occhi diversi
gli altri e la situazione, di ascoltare e di relazionarmi con docenti,
pedagogista e ragazzi. Devo ringraziarli per avermi stimolato a seguire quella
forza e quella voglia di alzarmi ogni mattina per trascorrere, purtroppo, solo
otto ore del mio tempo con loro. Fra i principali obiettivi del mio tirocinio
c’era “stimolare i ragazzi alla progettualità della loro vita, rendendoli
consapevoli delle responsabilità delle loro azioni e valorizzando le loro
potenzialità, risorse, competenze”, che attraverso i laboratori di italiano e
fotografia sono riuscita a realizzare
Gli obiettivi formativi:
Mi ero prefissata di:
- Migliorare la capacità di osservare;
- Realizzare un progetto educativo
all’interno della fondazione FUNASE CASE indagando i risultati tramite una
valutazione accurata;
- Acquisire e sviluppare nuove capacità,
competenze e/o strategie educative nei confronti delle persone che vivono alla
FUNASE CASE con lo scopo di arricchire il mio bagaglio culturale e
professionale;
- Sapermi relazionare con adolescenti in
situazioni difficili e stimolare in loro la libertà di espressione e il dialogo
mediante le attività proposte;
- Conoscere una nuova cultura ed alcuni aspetti
educativi di un paese differente al nostro.
|
Riunione settimanale di verifica |
Nonostante alcune difficoltà e i vari cambiamenti
di programma in itinere, sento di essere riuscita a sviluppare ed incrementare in
particolare la capacità di osservazione. Significativa e arricchente, a proposito, la
verifica/valutazione settimanale con Ilson Borges dos Santos, Edenete Santana
de Araujo e Nicola Andrian.
Lingua e Cultura italiana:
Durante i tre mesi di tirocinio ho avuto
anche l’occasione di mettermi in gioco come insegnante di Cultura e Lingua
Italiana alla UPE, il Campus dell’Università Statale a Petrolina. Durante le
lezioni ho cercato di sviluppare l’idea di imparare divertendoci e conoscendoci
maggiormente. Devo ringraziare tutti i ragazzi per la loro comprensione e
frequenza alle lezioni e anche perché mi hanno aiutato a mettermi in gioco e a
sperimentare.
|
Serata finale al corso di Lingua e Cultura italiana alla UPE, Campus di Petrolina |
Infine non
posso dimenticare colui che mi ha permesso di trascorrere tre mesi in un paese
meraviglioso come il Brasile: Nicola Andrian, il coordinatore del Progetto BEA
che con la sua presenza costante e il dialogo mi ha aiutato ad affrontare le
difficoltà e a farmi rendere conto delle mie capacità. Insieme a lui sono state
importanti e fondamentali le mie due compagne Giulia P. ed Isidora Z. con cui ho
convissuto e condiviso questi tre mesi e che mi hanno sempre sostenuta e fatta
aprire gli occhi sulla persona che sono.
IL BRASILE DEVE ESSERE VISSUTO NON
RACCONTATO!
Lucia Zago
Nessun commento:
Posta un commento