Un progetto che si sviluppa principalmente nella regione metropolitana della città di Petrolina, nello Stato del Pernambuco in Brasile, attraverso una rete di collaborazioni con enti pubblici, privati e società civile a livello locale e internazionale.

“Dalla nostra esperienza, iniziata nel 2002, abbiamo la consapevolezza che l’incontro, il dialogo e la collaborazione alla pari costituiscono il Cuore di un approccio interculturale e di una relazione autentica. Sono fonte di grande ricchezza per il benessere degli esseri umani e della società e per una migliore presa in carico e risoluzione delle situazioni di bisogno che ogni comunità si trova ad affrontare.”

Nicola Andrian e Isabella Polloni - En.A.R.S.

mercoledì 14 dicembre 2011

Myriam Buffa: il mio tirocinio a Petrolina


Myriamaaaaa...
che SAUDADE non sentirmi più chiamata in quel modo..
che SAUDADE non poter incrociare i loro occhi, volti che vorrebbero curiosare al di fuori delle mura del centro..
Ragazzi, minori infrattori che attendono la sentenza del giudice oppure già sentenziati, devono trascorrere  il loro tempo all'interno del centro che gli accoglie, per scontare la pena.
Per me sono “i mie ragazzi” che in tutti questi mesi hanno riempito le mie giornate: di racconti di vita, del mitico gioco da tavola Uno, ma soprattutto hanno insieme a me danno “vita” al mio tirocinio...


Abbiamo parlato di droga... ma ancor prima con molta discrezione, ho raccolto piccoli frammenti delle loro vite, racconti di esperienze, confidenze e situazioni difficili.
Non solo dai loro racconti riuscivo a entrare un po' nelle loro vite, a farmi spazio, li osservavo molto.. la loro pelle parlava piena di cicatrici, di segni indelebili.
Gran parte di loro hanno fatto uso di sostanze psicotrope per la maggiore sono: crack, maconha, cocaina, inalanti. 
In tutti questi 4 mesi ho svolto attività sulle conseguenze che la droga reca all'organismo.

L'attività per me più significativa,che mi ha permesso di creare una  bella atmosfera di gruppo e collaborazione anche tra i ragazzi stessi, è stata  di  creare  un corpo umano a grandezza reale: disegnare  le parti che compongono lo stesso quindi gli organi, riportando accanto le conseguenze che la droga reca.
Gli stessi ragazzi sono stati fieri del lavoro ma soprattutto sono rimasti colpiti perché ignari di quello che fino a poco tempo fa assumevano.
Un piccolo puzzle,una carta vincente per me,una conoscenza in più per loro.
Non sono andata in Brasile con l'intento di far imparare nulla, soltanto spero di aver nel mio piccolo  segnato una via di possibilità ben diversa dalla strada e dalla droga.

Sono tornata in Italia con un bagaglio personale pieno zeppo dei miei ragazzi, di tutti i momenti condivisi con l'equipe con la quale si è creato un legame profondo, di musica, cibo e di posti indimenticabili.
Myriam

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